una cosa bella è che non vedo l’ora che sia venerdì per rivedere il mio psicologo. non mi era mai capitato con le mie precedenti terapeute. ho l’impressione che lui mi capisca davvero. non si comporta da amicone (come faceva la prima), né mi parla come se fossi una matta in cerca di rassicurazioni (come faceva la seconda — ma forse era solo perché era inglese e tutti i suoi “i’m so sorry this has happened to you” sembravano posticci). si accorge di alcune mie impercettibili sfumature nella voce e nei gesti che faccio, identifica dei patterns nelle cose che gli racconto e mi dà delle opinioni su quello che faccio — opinioni che non sono mai definitive, ma sempre soggette a modifiche, precisazioni e smussamenti da parte mia. non mi dice come dovrei o non dovrei agire, ma si limita a mettere in luce le contraddizioni insite nei miei gesti o nelle mie parole.
una cosa brutta è che ho il terrore che arrivi venerdì per rivedere il mio psicologo. abbiamo aperto uno spiraglio piccolo piccolo, scoperchiato appena e delicatamente quel vaso di pandora che contiene la mia ultima relazione e sono già due notti che dormo poco e male. mi giro e rigiro insonne rivivendo nella mia mente spezzoni di dialoghi, di eventi, di situazioni, cercando le parole più adatte per descriverle e raccontarle a voce alta, avendo paura di alterare involontariamente la narrazione. ero io? era lui? eravamo entrambi? com’è potuto succedere? non riesco a pensarci senza sentire dolore e la cosa peggiore è che non so se a farmi male sia il ricordo di quanto male stessi o il ricordo del mio atteggiamento — altrettanto tossico, altrettanto abusivo, altrettanto patologico. in altre parole, non so se a farmi male sia lo schifo che provo per il suo atteggiamento o per il mio.
non che pensassi di essermi lasciata tutto alle spalle. due anni sono pochi per metabolizzare, per guardarsi indietro senza rancore, per dimenticare. il punto è che ho speso un sacco di soldi e tempo in terapia, sia durante che dopo, e non posso credere che una larga parte di quel che definisce i miei problemi psicologici oggi derivi da una relazione sbagliata. credevo di essere meno banale di così — o forse è l’ennesima conferma di quanto sia tristemente ordinaria.